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Per Aspera Ad Veritatem n.2
Au coeur du secret

Claude Silberzahn avec Jean Guisnel (Ed. Fayard, 1995)





Claude Silberzahn, che è stato alla guida della DGSE dal 1989 al 1993, ha voluto non solo raccogliere in un volume, insieme all'amico Jean Guisnel, "fine conoscitore del mondo dei Servizi", i ricordi di un periodo vissuto con molta intensità e molta passione, ma soprattutto trasmettere quelle che sono le sue convinzioni riguardo a ciò che oggi rappresentano e debbono essere i Servizi speciali in una democrazia, quali i loro compiti, i loro metodi, la loro struttura.
L'opera si presenta come un racconto -memoria dell'autore, che con la precisione ma anche l'intento interpretativo tipici di un protagonista, ripercorre gli anni della sua direzione della DGSE, rivedendone al contempo la stessa storia.
In diciassette capitoli, distribuiti in quattro parti, egli affronta le problematiche generali relative ai servizi segreti (a cosa servono, quale deve essere il loro rapporto con lo Stato), ricordando l'organizzazione specifica dello DGSE e le grosse questioni politiche (dal problema afgano a quello arabo) in un'ottica senz'altro spaziosa, non specificatamente politica, assolutamente non militare, indubbiamente intessuta di una lunga e lucida esperienza nel mondo dei servizi segreti.
A proposito della DGSE, l'analisi del Prefetto Silberzahn arriva a teorizzare con assoluta convinzione la preferibilità di una direzione civile a quella militare, per la necessità di potersi servire di connessioni con il potere politico in particolari momenti, sottolineando gli inconvenienti di una rigida gerarchizzazione militare.
Intersecato ciò, il Perfetto ricorda la storia del suo operato all'interno del servizio, sin dai primi giorni del suo arrivo, richiamando i cambiamenti delle strutture e l'introduzione di uomini nuovi, la costituzione di nuove funzioni e la gestione controllata dei fondi, al fine di una maggiore omogeneità dell'organizzazione e soprattutto con un intento specifico: una struttura collegiale con un civile come Direttore e solo un militare su sei.
L'ex Direttore del Servizio segreto francese si sofferma sul problema prioritario del reclutamento, sulla questione dei rapporti con i mass media e sul ruolo determinante svolto dalle ambasciate, non trascurando di affrontare la questione delle intercettazioni.
Tra gli episodi terroristici di maggiore impatto viene ricordato l'attentato contro il DC 10 UTA e tra le operazioni non riuscite del Servizio il noto affaire Rainbow Warrior.
Si afferma la necessità di collaborazioni esterne (con universitari, ricercatori, giornalisti) e si illustrano le difficoltà dello spionaggio economico.
Il volume, di scorrevole lettura, offre un prezioso contributo per la conoscenza, dal suo interno, di un Servizio Segreto, di cui vengono denunciate in maniera lucida anche le eventuali mancanze e manchevolezze ma per il quale si è lavorato con profonda convinzione e coerenza.



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